La vendita di prodotti cosmetici, la proposizione di trattamenti estetici, la modalità con cui questi vengono effettuati, il rapporto con il personale dipendente e con la clientela cambiano quando si comprendono i valori del paradigma di Olos. Un nuovo modo di pensare e di essere, con la consapevolezza che a percepire debbono essere i sensi
Come uomo di marketing, oltre che naturopata, sono stato abituato a orientare le politiche della mia azienda nella direzione del mercato, quasi fosse un vento che da poppa abbia la grande forza di spingere vigorosamente la barca verso un luminoso orizzonte futuro. Lo sanno bene gli skipper che “annusare” il vento è la più grande dote di un marinaio durante una competizione velica e quanto sia difficile arrivare al posto giusto nel momento appropriato. Occupare un’ area del campo di regata troppo tardi significa perdere l’occasione, ma anche arrivarci troppo presto è sinonimo di sconfitta e di appuntamento mancato con la forza propulsiva del vento. Avere uno sguardo che anticipa troppo, equivale ad averlo miope e perdersi le occasioni favorevoli. Devo ammettere che in passato la mia presbiopia, ( vedevo troppo bene le cose lontane per quanto non mettessi a fuoco quelle vicine) mi ha indotto in errore anticipando troppo le strategie commerciali e identificando una precoce mission aziendale. Oggi le condizioni ambientali sono cambiate, la crisi economica si è accompagnata ad una crisi di coscienza che ha reso la società più reattiva e recettiva ai temi ” esoterici” ( che significa nascosti), di cui fino a qualche anno fa non si poteva nemmeno fare cenno.
L’olismo è un paradigma del futuro, che si oppone al meccanicismo e che, inevitabilmente, si basa molto più su ciò che è nascosto rispetto a ciò che si vede o più in generale si percepisce con i sensi. L’olismo, però, non può essere una semplice operazione di marketing strategico, ma rappresenta un modo di essere, di pensare e soprattutto di sentire. La dicotomia su ciò che sono e ciò che faccio non può funzionare in una realtà olistica, perché nella filosofia dell’Olos, tutto è uno, ciò che è dentro è fuori e ciò che è sopra è sotto: non si può mentire, soprattutto a se stessi. Allora tutto cambia! Io sono il mondo e il mondo è l’espressione del punto di vista con cui lo osservo. Se cambia il punto di vista cambia il mondo e allo stesso tempo cambio me stesso, non ci possono essere separazioni. Nella visione olistica la realtà è ciclica non vettoriale, tutto ruota e si rigenera, mentre nella realtà e nella società meccanicistica tutto è lineare e orientato alla schematizzazione in parti sempre più piccole, tanto piccole che riusciamo ad osservare il più minuscolo granello di sabbia, ma non riusciamo più ad ammirare la bellezza e l’armonia della spiaggia e del contesto marino in cui è inserita.
Nel mondo la logica vettoriale ci induce a ricercare la massimizzazione del profitto come logica naturale dell’impresa, compreso lo sfruttamento delle risorse energetiche ed umane. La visione olistica invece intende il profitto come distribuzione equa delle risorse e del denaro, inteso come altra forma di energia e di amore. La vendita di prodotti cosmetici, la proposizione di trattamenti estetici, la modalità con cui vengono effettuati, il rapporto con il personale dipendente e con la clientela cambiano quando si comprendono i valori del paradigma di Olos. Per queste ragioni la formazione olistica è la nuova frontiera in tutti i sentori, sia che si parli di tecniche manipolatorie applicate nel massaggio sia che si tratti di capacità imprenditoriali e commerciali.
Da molti anni ascolto le lamentele di operatrici del benessere titolari di centri estetici, le quali non riescono ad ottenere soddisfazione economica dal proprio istituto e gratificazione morale dal proprio lavoro, ma poi quando si tratta di mettere in discussione il proprio operato si chiudono a riccio rimbalzando le responsabilità sul prossimo, sul paese piccolo, sulla mentalità della gente, sul governo ladro.
“Follia è fare le stesse cose e aspettarsi risultati differenti”
Con questo aforisma Einstein coglie nel vivo il nocciolo del problema: che senso ha lamentarsi se poi si continua imperterriti a fare le medesime cose?
La visione olistica non prevede ingenti investimenti per cambiare rotta, non prevede anni di corsi professionali, non prevede di affrontare la propria clientela in modo radicalmente diverso con il rischio di perderne gran parte, ma di inserire secondo il proprio sentire quegli accorgimenti che accompagnino la cliente verso la gratificazione multisensoriale e l’operatrice verso un atteggiamento di accoglienza senza pregiudizi, così da indurre nella cliente stessa una profonda sensazione di benessere.
Sapete quanti sono gli italiani che soffrono di ” distonie emotive” ? Depressione, malumore, ansia, crisi di panico ….. Sono circa 17.000.000. Si avete letto bene, 17 milioni di italiani sono alla ricerca di equilibrio e serenità. L’estetica Olistica può rispondere a questa domanda, con l’impiego sapiente di aromi naturali, di luci colorate, di manualità bio . psicosomatiche, di suoni e di musiche. Tutto è vibrazione, tutto è energia, tutto è pensiero, quindi possiamo utilizzare le vibrazioni degli aromi, dei colori, dei suoni, della tattilità per infondere armonia nelle persone. possiamo usare la nostra intenzione e l’orientamento del nostro pensiero per accogliere la richiesta di benessere.
Per chiudere, voglio aggiungere che sembra brutale parlare di mercato dopo aver accennato al mondo aulico del benessere, dei servizi dell’estetica che si devono rivolgere di più alle esigenze dell’anima che quelle del corpo, del fatto che la fidelizzazione del cliente arriva gratificando la richiesta di armonia e non promettendo di eliminare la cellulite, ma dobbiamo anche sottolineare che il denaro, come il letame, se rimane accantonato in cantina putrefà, procura olezzo e malattie mentre se viene sparso sui campi è generoso e fruttifica: tutto ciò che facciamo deve essere letto ( secondo i principi di indeterminazione di Heisenberg) in relazione all’intenzione che ci muove, nulla infatti è pericoloso o malvagio in quanto tale, ma riferito all’intenzione con cui si usa.
Il paradigma olistico ci insegna anche a fronteggiare la crisi, ad identificare un target di clientela e di bisogni che richiedono trattamenti estetici remunerativi per l’istituto in quanto gratificanti per il cliente, ci insegna ad investire nelle nostre competenze professionali più che nei macchinari inutili, ad intensificare il passaparola che di conseguenza aumenta il numero delle clienti. Insomma, la visione olistica è anche una scelta di orientamento professionale che porta differenziazione dell’offerta e marginalità nel bilancio d’esercizio.