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La sterilizzazione è necessaria a garantire igiene e sicurezza sia per il lavoratore, sia per il cliente dell’istituto. Deve soddisfare precisi requisiti ed essere svolta secondo un percorso definito e descritto dalle ” Linee guida sull’attività di sterilizzazione” a cura dell’Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro.

 

Crocevia di persone, ambiente in cui si effettuano trattamenti di bellezza o massaggi a diretto contatto con il cliente, il centro estetico, luogo del bellessere, può facilmente trasformarsi in un veicolo di contaminazioni se si omettono le regole basilari per una corretta igiene e sicurezza dell’istituto, poichè i rischi di infezione sono molteplici. E’ infatti comprovato da dati Istat che più del 3% della popolazione è affetta da Epatite C, una malattia infettiva ad altissimo fattore di contagio. Ciò significa che su 30 persone che entrano in un centro di benessere, almeno una (statisticamente) è ammalata di Epatite C.

Al di la, di qualsiasi codice etico e deontologico degli operatori estetici e olistici, e per la tutela del cliente e dell’operatore, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, è pertanto necessario che i locali del centro estetico siano aerati e puliti, le attrezzature disinfettate e mantenute in perfetta igiene, con l’ausilio di disinfettanti non allergici ammessi dalla CE, approvati dal Servizio di Igiene Pubblica, che venga effettuata un’accurata pulizia delle mani prima e dopo il trattamento e vi sia la stessa accurata attenzione nella detersione della superficie della pelle del soggetto da trattare e che la divisa da lavoro sia bianca, linda e sempre in ordine.

In questo articolo, non tratteremo tutti i punti, che certo meriterebbero di essere approfonditi, ma quello che per noi rappresenta uno degli aspetti più importanti, e cioè la sterilizzazione, un processo che elimina ogni presenza di microbi, patogeni e non, comprese le spore e i funghi. Un metodo necessario a garantire igiene e sicurezza in campo estetico come in quello sanitario, che deve soddisfare precisi requisiti.

QUALI DISPOSITIVI BISOGNA STERILIZZARE?

I ferri, gli strumenti riutilizzabili vanno puliti, disinfettati e sterilizzati dopo ogni utilizzo come è imposto dal D.M. 28/09/1990 del Ministero della Sanità in tema di “Norme di protezione dal contagio professionale da HIV”: “E’ obbligatorio sterilizzare gli strumenti, i manipoli, gli ablatori ad ultrasuoni, le siringhe aria/acqua, le frese e qualsiasi altro strumento che venga a contatto con le mucose, se riutilizzabile, dopo l’utilizzo su ciascun paziente”.processo-civile

Il decreto stabilisce inoltre che prima della sterilizzazione i materiali contaminati vengano decontaminati, immergendoli in soluzioni contenti agenti chimici efficaci contro il rischio di HIV. L’obbligo  di sterilizzazione deve considerarsi generale quando lo strumento entra in contatto con mucose, tessuti, sangue, una misura di sicurezza necessaria ai sensi del D.lgs 81/2008. Inoltre, la norma tecnica UNI EN 556-1 stabilisce che per dichiarare un prodotto sterile si deve avere la probabilità che al massimo non sia sterile un prodotto su 1 milione di prodotti sterilizzati, ovvero il livello di sicurezza di sterilità SAL (Sterility Assurance Level) sia pari a 6. Il processo di sterilizzazione viene ben definito e descritto dalle “Linee guida sull’attività di sterilizzazione” a cura dell’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL).

TIPI DI AUTOCLAVI

Le linee guida ISPESL fanno riferimento alla norma tecnica UNI EN 13060:2009 “Piccole sterilizzatrici a vapore” che classifica le autoclavi a vapore nelle seguenti classi:

• Classe B: “Big small sterilizers”, adatte per sterilizzare dispositivi confezionati e non, carichi solidi, porosi e cavi di tipo A e B.

• Classe S: “Specified by the manufacturer”, caratteristiche specificate dal costruttore, pertanto il tipo di carico deve essere anch’esso specificato dal costruttore.

• Classe N: “Naked solid products”, adatte a sterilizzare solo dispositivi solidi e non confezionati.

CICLO DI STERILIZZAZIONE: IL PROTOCOLLO

L’efficacia delle autoclavi a vapore, ovvero l’avvenuta sterilizzazione del carico, non può essere verificata direttamente sul carico uscente dal ciclo di sterilizzazione. Per questo motivo la norma tecnica UNI EN 556-1:2002 in riferimento alla UNI EN ISO 9001:2000 ed alla UNI EN ISO 13485:2004, classifica il processo di sterilizzazione come “processo speciale”. Esso pertanto deve sottostare a determinate procedure documentate e documentabili che possano comprovare l’effettiva efficacia del processo stesso. Viene definita “convalida” l’insieme di queste procedure atte al controllo. Il processo di sterilizzazione deve seguire il percorso come descritto dalle “Linee guida sull’attività di sterilizzazione” (ISPESL). over-ned-1

1. Raccolta

2. Decontaminazione

3. Lavaggio

4. Risciacquo

5. Asciugatura

6. Controllo e Manutenzione

7. Confezionamento (solo con autoclavi che lo consentono)

8. Sterilizzazione

  • RACCOLTA

Consiste nel raccogliere gli strumenti dopo l’uso, strumenti ovviamente non più sterili e a rischio di esposizione biologica. La legge impone che per fare questa operazione vengano indossati i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) adeguati. Il medesimo obbligo rimane anche per tutte le fasi successive.

  • DECONTAMINAZIONE

L’articolo 2 del DM 28 settembre 1990, prevede che “…i presidi riutilizzabili debbono, dopo l’uso, essere immediatamente immersi in un disinfettante chimico di riconosciuta efficacia nei confronti dell’HIV prima delle operazioni di smontaggio o pulizia da effettuare come preparazione alla sterilizzazione…”. La decontaminazione è una fase obbligatoria. Gli strumenti usati vengono immersi in vasche compatibili con il liquido disinfettante utilizzato (cestello senza saldature, estraibile e con manico). E’ fondamentale rispettare i tempi di immersione, la temperatura di esercizio, la scadenza e l’esauribilità dichiarati dal produttore del disinfettante.

  • LAVAGGIO

Ideale è utilizzare una vasca ad ultrasuoni riempita di liquido detergente, ma si può eseguire manualmente, anche se, in questo caso, è poco efficace.

  • RISCIAQUO

Eseguire il risciacquo manualmente utilizzando acqua distillata o demineralizzata poiché i residui contenuti nell’acqua comune possono interferire con il processo di sterilizzazione, oppure essere causa di danneggiamento degli strumenti sterilizzati.

  • ASCIUGATURA

L’asciugatura degli strumenti può essere eseguita manualmente con adeguati dispositivi di protezione (guanti) per evitare tagli o punture. Lo strumento è ancora potenzialmente contaminato, pertanto è necessaria la massima attenzione. La mancata asciugatura degli strumenti prima dell’imbustatura può creare: corrosione degli strumenti, ossidazione degli strumenti, formazione di macchie biancastre, disturbo al ciclo di sterilizzazione. In alternativa si possono utilizzare asciugatrici automatiche.

  • CONTROLLO E MANUTENZIONE

Gli strumenti devono subire la regolare manutenzione ed essere disassemblati prima di passare alla fase successiva. Gli strumenti danneggiati potranno poi essere inviati in riparazione o smaltiti se irrecuperabili.

  • CONFEZIONAMENTO

af865Il confezionamento è riservato solo alle autoclavi vapore di classe B ed alcuni tipi di classe S. Consente il mantenimento sterile dei dispositivi sterilizzati per 30-60 giorni, secondo il tipo di contenitore purché la confezione sia integra. Si possono utilizzare comode buste autosigillanti. Le confezioni devono essere provviste di indicatore chimico in classe 1 al fine di evidenziare che è stato effettuato il trattamento e devono essere contrassegnate con numero di lotto per la rintracciabilità e la data del ciclo avvenuto. Non è possibile confezionare carichi destinati ad autoclavi di classe N, stufe a secco, sterilizzatrici a palline di quarzo, lampade germicida o altri sistemi non compatibili con il confezionamento.

  • STERILIZZAZIONE

Esistono diversi metodi, ma quelli più comuni sono quelli che si avvalgono di apparecchiature a calore secco (come le stufe a secco) e di apparecchiature a calore umido, ovvero le autoclavi a vapore. Sistemi di sterilizzazione a palline di quarzo, lampade germicida ed analoghi non possono essere considerati impianti efficaci di sterilizzazione. L’autoclave di classe S, oltre a sterilizzare strumenti imbustati, è dotata di una stampante integrata che permette l’immediata visione dell’avvenuta sterilizzazione. Lo scontrino emesso dalla stampante ha valenza di prova giuridica in caso di contenzioso.

CONVALIDA STERILIZZAZIONE

Dopo aver verificato l’efficienza dell’autoclave utilizzata (come richiede il D.Lgs 81/2008 – Art 274), controllando i parametri fisici secondo norma tecnica UNI EN ISO 17655-1 e UNI EN ISO 17655-2, per ogni programma previsto dall’apparecchiatura, redigere un documento (datato e controfirmato) con un testo del tipo “…secondo i test effettuati, i cicli di sterilizzazione risultano essere conformi alle norme tecniche UNI EN ISO 17665 e UNI EN 554.”, successivamente archiviare il documento registrandolo su un registro dati inerenti al ciclo di sterilizzazione degli strumenti utilizzati su una precisata persona.

Cosa dice la giurisprudenza in merito alla sterilizzazione

Il nuovo testo unico sulla sicurezza sul lavoro ( D.lgs 81-2008) impone severe misure di prevenzione contro ogni rischio relativo alla sicurezza, in particolare obbliga tutti gli operatori ( quindi anche gli istituti di estetica)  a redigere un documento sulla valutazione dei rischi che deve contenere:

  • Una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa, nella quale siamo specificati i criteri adottati per la valutazione stessa.legge_cookies1
  • L’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati
  • Il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza.

All’estetista suggeriamo di scrivere le procedure si sterilizzazione utilizzate nel proprio istituto e tenerle a disposizione per eventuali controlli. La mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi può causare la sospensione dell’attività da parte degli organi di vigilanza ( NAS – ASL) art 4 D.LGS 81-2008

 

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